30 gennaio 2014

Chambéry in due giorni

Ciao a tutti! Oggi vi voglio raccontare della gita di due giorni che ho fatto qualche settimana fa con il Pupo. Un po' prima di Natale ci siamo presi due giorni e ce ne siamo andati in Francia, a Chambéry. «Perché proprio a Chambéry?», chiederete voi. Be', l'idea mi è venuta vedendo a Torino un cartellone pubblicitario sul mercatino di Natale di Chambéry; e poi, era anche una buona scusa per provare il TGV e vedere un posto nuovo. Ecco com'è andata.
Al mattino ci siamo svegliati di buon'ora, siamo andati in macchina dal paesello alla stazione di Chivasso, da lì in treno fino a Torino Porta Susa e poi in TGV fino a Chambéry. Non avevo mai viaggiato sul TGV, e non è male: poltroncine rivestite di velluto pulito, buona insonorizzazione delle carrozze, tutto funzionante; però, lo spazio è piuttosto ridotto e si sta seduti un po' scomodi. Comunque, in due ore e mezzo eravamo a Chambéry.
Appena scesi dal treno e usciti dalla (brutta) stazione della città, non bisogna lasciarsi scoraggiare dallo stradone con case squallide e un kebabbaro dopo l'altro. Infatti, dopo cinque minuti a piedi, si arriva a uno spiazzo ben tenuto su cui si affaccia il Museo di Belle Arti e l'ufficio d'informazioni turistiche. Ovviamente, mi sono fiondata in quest'ultimo, dove una gentilissima signorina «italo-parlante» mi ha fornito informazioni varie (per esempio, che i musei a Chambéry sono tutti gratuiti) e mi ha dato una cartina della città, indicandomi le cose da vedere. Da lì, ancora cinque minuti a piedi e siamo arrivati all'hotel che avevamo prenotato, il Petit Hôtel Confidentiel.


E qui dovrei aprire una parentesi, perché l'albergo è stupendo! Ma preferisco farci poi un post a parte, perché merita veramente un discorso a sé. Abbiamo lasciato il bagaglio in reception e via, alla scoperta della cittadina!


Per prima cosa, dato che non volevamo allontanarci troppo dall'albergo in attesa che la nostra camera fosse pronta, abbiamo gironzolato senza meta nel centro medievale, fatto di stradine pedonali piene di graziosi negozietti. 


Dopo poco, siamo arrivati nella piazza centrale di Chambéry, dove ci siamo rinfrancati del viaggio con un tè (il Pupo) e un caffè (io, fan del caffè francese) in un bel bar gestito da una cameriera scontrosa.


Poi, una volta pronta la camera (magnifica!) e sistemate le nostre cose in hotel, ci siamo rimessi in marcia, questa volta alla ricerca di un posto dove pranzare. E come resistere alla tentazione di una buona crêpe? Impossibile, anche se magari la crêpe in questione non è proprio filologicamente corretta come in Bretagna; pazienza: è sempre una crêpe! E in questo posticino – decisamente «pittoresco» – non era affatto male.


Così, una volta rifocillati, siamo ripartiti alla scoperta della città. A Chambéry c'è un bel castello dei Savoia, in parte aperto al pubblico, con un piccolo museo all'interno.


Un'altra cosa da vedere è la Fontana degli Elefanti, una sorta di simbolo della città.


Ma quello che più ci ha colpito di Chambéry sono le allées, di cui il centro è pieno. Cosa sono? Difficile a dirsi: non sono delle vere e proprie gallerie, né dei passaggi, e nemmeno degli androni, ma neanche dei vicoletti. Sono piuttosto un insieme di tutte queste cose. Ci sono piaciute davvero parecchio. Soprattutto nella piazza centrale, ce n'è moltissime; a tutta prima, se non ci si presta attenzione, sembrerebbero dei portoni di case, ma una volta entrati si scopre che invece sono degli strettissimi passaggi, un po' coperti e un po' no, spesso fatiscenti, che conducono a cortiletti da cui si dipartono altri di questi passaggi, che poi sbucano in un'altra via di cui nemmeno sospettavi l'esistenza. Morale: entri da una parte ed esci chissà dove. Ovviamente questo aspetto ci ha divertito moltissimo! Sembravamo dei bambini che esplorano luoghi misteriosi. E in effetti, misteriose lo sono davvero, queste allées, spesso buie, un po' tenebrose, specie di sera. Ma alle volte celano graziosissimi cortiletti, con scale curve, piante, loggiati.


Oltre alle allées e alle stradine medievali, c'è anche una via porticata, con negozi e pasticcerie, in teoria progettata a imitazione di Torino, ma – lasciatemelo dire, con buona pace dei cugini savoiardi d'oltralpe – i portici di Torino sono più belli.


Poi, da vedere ci sono la cattedrale e la piazza su cui sorge...


... e alcuni palazzi, alcuni sontuosi altri un po' meno, ma comunque suggestivi.


Abbiamo dato un'occhiata al mercatino di Natale, la «scusa» per venire a Chambéry, ma non era niente di che. 


Prima di cena ci siamo concessi un'oretta di riposo nella nostra stupenda camera; ci siamo preparati una tisana con il bollitore e l'occorrente messo a nostra disposizione e io ho anche letto un po' sul mio (ehm, volevo dire nostro) nuovo Kindle (che ovviamente io e il Pupo chiamiamo Kinder!), un oggettino davvero carino: mi piace un mondo!


Ci siamo ben imbacuccati e via, di nuovo a spasso per la Chambéry serale. Obiettivo: apéritif! Tanto non dovevamo guidare... E così, per cominciare, un calice di bianco da Le Modesto' Café e poi un altro in un bar un po' fuori dal centro medievale, un locale davvero interessante, a cominciare dalla clientela assolutamente eterogenea, fra cui un vecchietto che sembrava Dr. John (chi sa chi è vince un pelouche!) che fumava come niente fosse al banco, coppie di una certa età, impiegati appena usciti dall'ufficio, donne da sole (no, non erano quello che pensate voi: in Francia, evidentemente, una donna può andare a sedersi in un bar senza essere subito giudicata in un certo modo, come accadrebbe invece in Italia; d'altronde, loro hanno avuto la rivoluzione francese, noi abbiamo il papa...).


E così, lieti della multipla libagione, abbiamo raggiunto il ristorante «tipico» consigliatoci dal proprietario dell'hotel: il Restaurant le Savoyard, dove io ho ordinato la tartiflette, una bomba scaldastomaco tipica della Savoia, fatta con patate, cipolle e pancetta, il tutto ricoperto da un bello strato di formaggio reblochon. Ipercalorico e squisito!


Dopo cena (sempre perché intanto non dovevamo guidare) siamo andati ancora in un pub, sulla piazza del duomo.


Io mi sono scaldata con un tè all'arancia, così siamo riusciti a fare ancora due passi per le viuzze, nonostante il freddo della sera. E poi, per mezzanotte, eravamo di ritorno nella nostra accogliente stanza.


Il giorno successivo, dopo una lauta colazione, servita in una sala dell'hotel dal design particolare, abbiamo rifatto il bagaglio, l'abbiamo lasciato in portineria e siamo di nuovo usciti a spasso per la città. Purtroppo pioveva, così abbiamo fatto di necessità virtù gironzolando per qualche grande negozio, come la Fnac e un negozio della catena Nature & Découvertes, che adoro.


Avrei visitato volentieri anche le Halles, il mercato coperto, ma purtroppo era il giorno di chiusura. Abbiamo preso un caffè in un delizioso baretto, il P'tit Bar du Marché, un posto da non perdere! Appena entrati si va praticamente a sbattere contro un tavolo di servizio, che quel giorno aveva sopra una quiche dall'aspetto delizioso e un invitante salame. Al banco c'erano tipi curiosi, fra cui un signore anziano con tanto di basco che era immortalato anche in una delle foto in banco e nero che decoravano le pareti: nella foto aveva esattamente la stessa espressione, e persino lo stesso basco, della versione in carne ed ossa al banco, solo un po' più giovane. Anche qui, ai tavolini avventori di tutti i tipi: il giovane pieno di devices tecnologici, la signora di una certa età, la coppietta. Sulle pareti, oltre alla già citata foto, delle nicchie con libri consunti. Dalla minuscola cucina (in Italia di sicuro illegale, con tutte le stupidissime norme che abbiamo, giusto per incentivare l'iniziativa privata...) a un certo punto è uscita la padrona con uno stufato fumante dal profumo delizioso! Ma noi, ormai fidelizzati, per pranzo siamo tornati «al solito posto», e cioè alla creperie del giorno prima, per un'ultima crepe prima di ripartire. Eh sì, perché alle cinque del pomeriggio avevamo il treno del ritorno.


Così, dopo un po' di altri giri per negozi (continuava a piovere), ci siamo bevuti un buon tè io e una spremuta il Pupo in una bella tisaneria, poi siamo tornati in albergo a riprendere il bagaglio e infine eccoci in stazione, in attesa del TGV da Parigi per Torino. In treno pensavo a quanto breve fosse stata la nostra vacanzina, però intensa, divertente e piacevole, fatta di tante piccole, belle cose. Arrivati a Torino avevamo un po' di tempo giusto per mangiare una pizza e poi prendere la coincidenza per Chivasso. Usciti dalla stazione ci siamo trovati una sorpresa: nevicava! E a Torino non tanto, ma a Chivasso sì, eccome: il tragitto in auto fino al paesello, con tanto di salita finale, è stato piuttosto impegnativo. Ma è stato molto bello, una volta arrivati a casa, scendere dalla macchina e vedere il giardino tutto ammantato di bianco, uno spettacolo suggestivo e in fondo accogliente, perché ci aspettava la nostra casetta calda.

Però, che post lungo! Chissà se qualcuno di voi ha avuto la pazienza/voglia/tempo di arrivare fin qua. In tal caso, grazie! So di essermi dilungata, ma il ricordo di questa esperienza era ancora vivo, e volevo fissarlo prima che i particolari svanissero, lasciandomi solo una sensazione generale di qualcosa di bello.
Ciao!

26 gennaio 2014

Provati per voi: ristorante Le Bistrot (Chivasso, TO)

Ed eccoci di nuovo alla mia rubrica Provati per voi. Oggi vi voglio parlare di un ristorante che è stata una vera «scoperta»: Le Bistrot. Il ristorante è annesso all'hotel Albergo d'Italia, che si trova a Chivasso, in provincia di Torino. Il fatto che questo hotel sia proprio di fronte alla (brutta) stazione della cittadina non fa ben sperare, ma vi posso assicurare che appena entrata nel ristorante sono rimasta piacevolmente stupita. L'ambiente, suddiviso in più sale di cui la maggior parte al piano sotterraneo, è davvero suggestivo, con archi, soffitti di mattoni a vista, pareti tinteggiate a spatola, nicchie illuminate, bei mobili un po' shabby-chic, luci di design, colori neutri. L'arredamento è molto curato, con magnifiche sedie imbottite, comode come poltroncine ma senza i fastidiosi braccioli, che rendono impossibile mangiare. L'apparecchiatura è raffinata, senza ostentazione, con tre bicchieri e i giusti cambi di posate (sembrerà un'ovvietà, ma vi posso assicurare che, almeno nel Torinese, i posti cari dove non cambiano le posate non sono pochi, ahimè!).
C'è anche una sala dedicata alle comitive, con un tavolo lungo per molte persone; infatti, questo ristorante propone anche un menu a mezzogiorno per €11, perfetto dunque per pranzi di lavoro. Io, comunque, ci sono andata per cena, col Pupo (è stato lui a scovare questo posto).
Ci ha serviti un cameriere molto in gamba e decisamente entusiasta, che ha fatto tutto lui per l'intera serata: ha servito più tavoli, dispensando validi consigli sul menu e sulla carta dei vini, scambiando due parole con tutti (ma assolutamente senza essere invadente e con stile) e facendo pure cassa!
Ma veniamo al cibo: si poteva ordinare alla carta oppure optare per il menu «a sorpresa». I piatti à la carte erano tutti molto interessanti, sia di carne che di pesce, e devo ammettere che non ce n'era uno che non m'ispirasse. Per quanto riguarda il menu, è a discrezione del cuoco, ma comunque si può scegliere se lo si preferisce di carne o di pesce; comprende due antipasti, un primo, un secondo e un dolce per €35. L'intero menu, anche i singoli piatti, viene cambiato ogni tre mesi.
Per cominciare, il cameriere ci ha versato un calice di buon prosecco (io adoro il prosecco: perché l'azienda acque metropolitane non eroga anche prosecco da un apposito rubinetto secondario inventato appositamente per me?), da accompagnare con un appetizer, un miniarancino aromatizzato alla cannella, il tutto offerto dalla casa.
Come potete notare dalle foto, i piatti sono molto ben presentati, perfino il cesto del pane, che comprendeva anche rubatà e focaccia. Il Pupo ha scelto il menu a sorpresa di carne, mentre io ho preferito scegliere à la carte un antipasto, un secondo e un dolce.
Come antipasto ho preso la patata ripiena di tuorlo e toma della Valsesia con scaglie di tartufo bianco. Come secondo, un piatto fuori menu: hamburger di fassone con verdure grigliate, accompagnato da quattro tipi di di sale per la carne (nero di non so più dove, rosa dell'Hmalaya, aromatizzato di Cipro e affumicato della Sicilia), olio del Lago di Garda e aceto balsamico di Modena per le verdure. Come dolce non ho potuto fare a meno di prendere la «bomba di gelato», una roba pazzesca: gelato al cocco, con sopra un pandispagna caldo, sormontato panna croccante fuori, il tutto coronato da un mega ciuffo di mousse al cioccolato. Una delizia!
Il menu a sorpresa del Pupo, invece, era così composto: terrina di lepre con mele glassate, flan di cardo con spuma di bagna caoda, gnocchi di castagne e zucca con speck su fonduta di taleggio, coscia di coniglio disossata con roesti di patate, semifreddo alle castagne con crema di kaki. Come vino, il Pupo ha scelto un gattinara, davvero notevole. Per finire, un buon espresso; il cameriere ci ha offerto grappe e amari, ma abbiamo declinato, sennò a casa in macchina ci chi tornava più? Una piccola nota «flocloristica»: il cuoco è proprio del paese dove abitiamo io e il Pupo! Prezzo totale, meno di €100 in due, bevande incluse.
Insomma, se volete cenare in un posto elegante, raffinato ma non affettato, con piatti ottimi e particolari, un servizio professionale e al tempo stesso cordiale, vi consiglio senz'altro questo ristorante. Se poi volete portarci la fidanzata/moglie/mamma, insomma, una donna, farete di sicuro colpo!

Le Bistrot
Piazza Garibaldi, 7 – Chivasso (TO)

22 gennaio 2014

Gradite una fetta di torta (di fimo)?


Che ne dite di una bella fetta di torta al cioccolato fondente, crema pasticcera e pandispagna, con un ciuffetto di panna montata e anche la ciliegina? Come dite? Troppo calorica? Ma no! E' fatta con il fimo: non si mangia (purtroppo...)!


In compenso, si può utilizzare come ciondolo per orecchini, o come pendente per braccialetti e collane. Vi piace? 


Trovate le fette di torta al cioccolato nel mio shop online.
Ciao!

18 gennaio 2014

Peppa Pig all'uncinetto


Chi non conosce Peppa Pig, la simpatica porcellina rosa con la vestina rossa che ormai si vede praticamente ovunque? E d'altronde, come si può resistere al fascino del porcellino antropomorfizzato? E' impossibile! E così ci sono cascata anch'io, ma a modo mio, e cioè con l'uncinetto. Così, per Natale, ho pensato di confezionare una Peppa Pig amigurumi da regalare alla mia piccola cuginetta, che so essere grande fan (come tutti!) della porcellina. Ho trovato le istruzioni (corredate da foto illustrative molto chiare) qui; il sito è in inglese, perciò io ve ne ho fatto una traduzione, ma vi consiglio comunque di dare un'occhiata alle foto per capire meglio come procedere.


Testa
Con il filato rosa.
1. In un anellino magico: 2 cat, 8 mma. Chiudere il giro con 1 mbss (8)
2. 1 cat. Lavorando nell'asolina posteriore delle maglie: 8 mb. Chiudere il giro con 1 mbss (8)
3. 1 cat. 8 mb. Chiudere il giro con 1 mbss (8)
4. 1 cat. 3 mb, 3 aumenti, 2 mb. Chiudere il giro con 1 mbss (11)
5. 1 cat. 4 mb, 3 aumenti, 4 mb. Chiudere il giro con 1 mbss (14)
6. 1 cat. 4 mb, 4 aumenti, 5 mb. Chiudere il giro con 1 mbss (18)
7. 1 cat. 18 mb. Chiudere il giro con 1 mbss (18)
8. 1 cat. 18 mb. Chiudere il giro con 1 mbss (18)
9. Per le orecchie. 1 cat. 14 mb. Nella prossima maglia del giro 8: 1 mb, 3 cat, 1 mbss nella 2a cat dall'uncinetto e 1 mbss nella successiva cat, 1 mbb. 1 mb nella maglia seguente del giro 8. Nella prossima maglia del giro 8: 1 mb, 3 cat, 1 mbss nella 2a cat dall'uncinetto e 1 mbss nella successiva cat, 1 mbb. 1 mb in ogni maglia successiva del giro 8. Chiudere il giro con 1 mbss. (18)
10. 1 cat. 13 mb, 1 aumento, saltate l'orecchia, 2 mb, saltate l'altra orecchia, 1 aumenti, 1 mb. Chiudere il giro con 1 mbss. (20)
11. 1 cat. 10 diminuzioni. JChiudere il giro con 1 mbss. Imbottite. (10)
12. 1 cat. 5 diminuzioni. Chiudere il giro con 1 mbss. Chiudere il buco, tagliare e fermare il filo (lasciandolo lungo per cucire la testa al corpo).

Braccio destro
Con il filato rosa.
1. In un anellino magico: 1 cat, 6 mb. Chiudere il giro con 1 mbss. (6)
2. 5 cat. 1 mbss nella 2a cat dall'uncinetto e in ciascuna delle successive 3 cat. 1 mbss in ciascuna delle 6 maglie del cerchio. 2 cat. 1 mbss nella 2a maglia dall'uncinetto e poi 1 mbss nella stessa (ultima) maglia del cerchio. 1 mbss in ciascuna delle 4 maglie del braccio. 1 cat e fermare e tagliare il filo.

Braccio sinistro
Con il filato rosa.
1. In un anellino magico: 1 cat, 6 mb. Chiudere il giro con 1 mbss. (6)
2. 5 cat. 1 mbss della 2a cat dall'uncinetto e in ciascuna delle successive 3 cat. 1 mbss nella 1a maglia del cerchio. 2 cat. 1 mbss nella 2a maglia dall'uncinetto e poi 1 mbss nella stessa (ultima) maglia del cerchio. 1 mbss in ciascuna delle rimanenti 5 maglie del cerchio e in ciascuna delle 4 maglie del braccio. 1 cat e fermare e tagliare il filo.

Gambe
(x 2)
Con il filato nero:
1. In un anellino magico: 1 cat, 6 mb. (6)
2. 6 mb. (6)
Con il filato rosa:
3. 6 mb. (6)
4-7. Ripetere il giro 3. 1 cat e fermare e tagliare il filo.

Corpo
Con il filato rosso:
Vestito:
1. In un anellino magico: 1 cat, 6 mb. Chiudere il giro con 1 mbss. (6)
2. 1 cat. 6 aumenti. Chiudere il giro con 1 mbss. (12)
3. 1 cat. *1 aumento, 1 mb* x 6 volte. Chiudere il giro con 1 mbss. (18)
4. 1 cat. 5 mb. Mettete il braccio destro davanti al vostro lavoro, con il pollice che punta verso la vostra sinistra. Inserite l'uncinetto nella parte finale del braccio e nella maglia successiva del corpo e lavorate 1 mb. 8 mb. Mettete il braccio sinistro davanti al lavoro, ma questa volta con il pollice che punta verso la vostra destra. Inserite l'uncinetto nella parte finale del braccio e nella maglia successiva del corpo e lavorate 1 mb. 3 mb. Chiudere il giro con 1 mbss. (18)
5. 1 cat. 18 mb. Chiudere il giro con 1 mbss. (18)
6-9. Ripetete il giro 5. 1 cat e fermare e tagliare il filo.
Base del vestito:
1. In un anellino magico: 1 cat, 6 mb. (6)
2. 6 aumenti. (12)
3. *1 aumento, 1 mb* x 6 volte. (18)
Unite la base al vestito, imbottendo man mano: mettete la base contro il fondo del vestito. Inserite l'uncinetto nella maglia successiva della base e poi in una maglia del vestito. Lavorate mb unendo le gambe.
Cucite la testa al corpo.
Attaccate gli occhietti e ricamate la bocca e il naso.

Abbreviazioni:
cat = catenella; mbss = maglia bassissima; mb = maglia bassa; mma = mezza maglia alta

Buon lavoro. E presto arriverà anche George Pig!



14 gennaio 2014

Prodotti finiti del mese: dicembre


Ciao a tutte!
Eccoci di nuovo alla rubrica Consigli beauty, con i 
prodotti finiti del mese di dicembre.
Vi scrivo due parole, giusto per darvi la mia opinione in breve.


Crema antirughe Yves Rocher.
Premesso che non ho ancora visto una crema antirughe che davvero elimini le rughe, anche questa non fa eccezione. Però è molto piacevole sulla pelle, si stende bene, è vellutata e ha un delizioso profumo che a me personalmente ricorda le bolle di sapone. Forse «funziona» così: ti dà l'impressione di essere più giovane perché il profumo di bolle di sapone ti riporta a quando eri bambina.

 Struccante delicato per occhi Yves Rocher.
Non mi piace per niente: per togliermi il trucco mi devo sfregare gli occhi per mezz'ora. Probabilmente è troppo «delicato»...

Bagnoschiuma Yves Rocher.
Fa parte della linea Jardin du Monde; questo era ai fiori di cotone. Ha un profumo buonissimo e non è aggressivo per la pelle. Prezzo: 3 flaconi in diverse profumazioni per €5,00 (quando sono in offerta); altrimenti, costa €2,50.

Crema viso effetto lifting Bottega Verde.
Stesso discorso delle creme antirughe. Questa crema va bene per la notte, perché è troppo «burrosa», ma non mi è dispiaciuta affatto, soprattutto per il gradevole profumo.

Saponetta Perlier.
Quando trovo una saponetta di formato normale in offerta a un euro non posso resistere, perché adoro il sapone! Questa alla lavanda l'ho presa da Cad, insieme ad altre due con diverse profumazioni. Ovviamente non è fenomenale come una saponetta della Valobra, ma svolge egregiamente il suo compito.

BB cream Yves Rocher.
Avevo letto pessime recensioni su questa BB cream; a me invece è piaciuta moltissimo e di certo la ricomprerò (prezzo del tubetto €12,00). Ovviamente, se si ha la pelle grassa come la mia, dopo un po' di ore la fronte comincia a luccicare, ma niente che una passata di cipria effetto matificante non possa risolvere. Non è granché coprente, ma conferisce comunque un bell'incarnato. Io ho il tubetto light, perché ho la carnagione da rossa, ma anche la medium va bene: basta non esagerare con le quantità.

Struccante al fiordaliso e alla rosa L'Erbolario.
Avevo solo questo campioncino, ma direi che mi ha soddisfatta: strucca con facilità anche gli occhi, senza dare fastidiosi bruciori.

Bene, e con questo termina la mia panoramica dei prodotti finiti lo scorso dicembre.
A presto!




10 gennaio 2014

Detersivo per bucato fai da te


Ciao a tutti, cari lettori e care lettrici! Fra i buoni propositi per l'anno nuovo, che ne dite di includere anche quello di inquinare di meno con i detersivi (e risparmiare)? Questo obiettivo non è affatto irrealizzabile, se ci si fa il detersivo per il bucato in casa! Gli ingredienti sono pochissimi e li abbiamo di sicuro già in dispensa; altrimenti si comprano dovunque e costano due lire. Di cosa sto parlando? Degli ingredienti-base per quasi ogni detersivo fai da te:

acqua - 4 litri
sapone di Marsiglia - 300 grammi
bicarbonato - 4 cucchiai colmi

Ecco come si fa:
Portate a ebollizione l'acqua e spegnete il gas. Buttate nell'acqua il sapone di Marsiglia grattugiato grossolanamente: in pochi attimi si dissolverà. A questo punto aggiungete il bicarbonato. Ne risulterà un liquido. Ma lasciatelo riposare tutta la notte, e al mattino vi ritroverete con un bel pentolone pieno di detersivo densissimo, bianco e viscoso, come quello che vedete in foto.
Io l'ho poi trasferito in vari contenitori con coperchio, tipo Tupperware, e lo conservo come un normale detersivo. Per usarlo, ne metto due bei cucchiai in un ex barattolo di marmellata (non si butta via niente!), aggiungo acqua tiepida e mescolo un po'; poi lo verso direttamente nell'oblò della lavatrice con il bucato. Lava davvero bene e i panni vengono profumati. Se invece lo usate per lasciare in ammollo tutta una notte dei capi bianchi un po' ingialliti, vedrete come vi verranno splendenti!
Ho trovato questa «ricetta» qui; vi consiglio di dargli un'occhiata, perché c'è anche un'interessante discussione sull'ammorbidente più naturale del mondo: l'aceto o il limone.
A presto!

06 gennaio 2014

Cuore a punto croce

 
Ciao a tutti! Ecco qui un cuore che ho ricamato a punto croce e che ho regalato per Natale a mia mamma. Per completare il lavoro, ho aggiunto anche un fiocchetto e un campanellino, di quelli che si trovano sui coniglietti di cioccolato Lindt (il cioccolato l'ho mangiato subito, ma il campanellino l'ho tenuto perché io tengo sempre tutto, e infatti è poi servito!). Se vi piace, trovate lo schema sul blog Gazette94 (qui), fonte inesauribile di schemi da ricamare. A presto!

02 gennaio 2014

Cristalli di ghiaccio
con le perline Hama


Vi ricordate le perline Hama di cui vi avevo parlato in questo post? Le avevo comprate all'Ikea, dove il mega-barattolone costa davvero poco, sui 6 euro; all'Ikea le Hama si chiamano Pyssla. Ebbene, con le Pyssla o Hama che dir si voglia si possono fare dei graziosi cristalli di ghiaccio come quelli che vedete nella foto. Potete trovare gli schemi nella mia bacheca Perline di Pinterest. Li ho utilizzati come segnaposto sulla tavola di Natale, e stavano proprio bene sopra il tovagliolo rosso. Che ne dite?




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